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L'indipendenza dei sindaci e la nomina esterna
L'indipendenza dei sindaci e la nomina esterna
01/10/2005
di Alberto Righini
Sul tema dell'indipendenza dei sindaci, è recentemente intervenuto, sulle pagine di questo giornale (Il Commercialista Veneto) un collega, il quale per promuovere l'istituto dei sindaci e garantirne l'effettiva indipendenza propone la nomina esterna di un membro del collegio sindacale.L'idea non è nuova nella storia dell'istituto. La proposta di deferire la nomina di uno o più sindaci ad autorità esterne la società, risale già alla prima codificazione dell'istituto nel nostro oridnamento, avvenuta con il codice del commercio del 1882, e si è poi puntualmente riproposta in quasi tutte le discussioni sulla sua riforma. Un breve
excursus
della storia dell'istituto, ormai più che centenario, aiuterà a capire come la sua genesi, e le costanti istanze di modifica -in particolare la ricerca di rimedi per assicurare l'indipendenza dell'organo - siano sempre state influenzate e sollecitate dal contesto socio-economico contingente. Il problema dell'indipendenza è strettamente collegato anche all'insoluta diatriba (anche a livello normativo) sulla natura della società di capitale: solo contratto tra soci privati che quindi non devono avere alcuna ingerenza da parte del pubblico interesse, ovvero istituzione a sè stante rispetto a questi e quindi portatrice di interessi propri e distinti da difendere, o ancora istituzione collettiva portatrice di un insieme eterogeneo di interessi (lavoratori, stato, comunità locali, etc. per il quale si è coniato il termine di
stakeholders
) si che esisterebbe la necessità di un controllo pubblicistico. In questo contesto appare evidente la difficile situazione nella quale si viene a trovare il collegio sindacale, primo tassello di quella che è stata ben definita, la catena dei controlli: nell'interesse di chi deve compiere il controllo? Dei soci della società degli stakeholders o di tutti i soggetti messi insieme? Così se anche il rigore dei professionisti chiamati a ricoprire il compito fuga ogni dubbio circa l'irreprensibilità e l'indipendenza del collegio, rimarrebbe comunque il dubbio circa l'irrazionalità di un sistema ove è il controllato che sceglie chi deve controllarlo. Ora l'endemicità delle posizioni di "conflitto di interessi" insite nel sistema economico sollecitano un intervento e rendono sempre più che mai attuale la problematica dell'indipendenza dell'organo di controllo delle società. Le inefficienze del sistema, amaramente evidenziate anche nelle cronache dei recenti scandali finanziari, mettono duramente alla prova la nostra categoria di professionisti. L'inefficacia dei presidi per la salvaguardia del sistema, chiama la nostra categoria, storicamente attiva nell'azione di stimolo ed impulso per le riforme societarie, ad intervenire sulla problematica ed apportare il proprio contributo.Segue
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